Il Giardino dei Giusti

Ultima modifica 25 aprile 2024

L’idea di un “Giardino dei Giusti” nasce in Israele nel 1962: si tratta di un vero e proprio giardino, con alberi dedicati ai “Giusti tra le Nazioni”, ossia le persone non di religione ebraica che durante la Seconda guerra mondiale hanno messo a repentaglio la propria vita pur di salvare un ebreo vittima della Shoah. L’idea trae origine direttamente dal Talmud, uno dei testi sacri dell’ebraismo, che afferma: “chi salva una vita salva il mondo intero”.

Da questo presupposto nel 1999 a Milano è nata l’associazione Gariwo, acronimo di Gardens of the Righteous Worldwide che promuove, tra i diversi obiettivi, la costituzione di luoghi della memoria in cui siano piantati alberi simbolicamente riferiti ai Giusti, sull’esempio del Giardino Yad Vashem a Gerusalemme.

I Giusti non sono né santi né eroi, ma persone comuni che a un certo punto della loro vita, di fronte a ingiustizie e persecuzioni, sono stati capaci di andare con coraggio in soccorso dei sofferenti e di interrompere così la catena del male. Nei Giardini vengono onorati i Giusti della Shoah ma anche chi ha salvato vite umane nel corso di tutti i genocidi e omicidi di massa. Viene reso omaggio al coraggio civile di giornalisti, intellettuali, diplomatici, religiosi ma anche semplici cittadini che si sono assunti la responsabilità di fronte alle crisi e ai crimini contro l’umanità commessi.

Raccontare le storie dei Giusti è un modo per ricordare a ciascuno che ci si può mettere in gioco e intervenire in difesa di un diritto fondamentale. Il Parlamento Europeo nel 2012 ha istituito la Giornata dei Giusti (6 marzo), divenuta solennità civile in Italia nel 2017.

A Buccinasco, nell’ambito del progetto di rigenerazione urbana Piano Quartieri, nel 2019 l’Amministrazione comunale ha inaugurato il Giardino dei Giusti nel parco di via Manzoni (di fronte alla piazza dei Giusti) durante la celebrazione della Festa della Liberazione il 25 Aprile. Da allora, anno dopo anno, alcune piante vengono dedicate ai Giusti.

 

PIERSANTI MATTARELLA

Castellammare del Golfo, 24 maggio 1935 – Palermo, 6 gennaio 1980

Presidente della Regione Sicilia dal 1978, governò con serietà e rigore e tentò di bonificare alcuni assessorati pesantemente infiltrati dalla criminalità organizzata, tra tutti quello dell’Agricoltura (secondo Pio La Torre “centro di corruzione regionale”).

Cosa Nostra ne progettò l’eliminazione, essendo comprovata la sua incorruttibilità.

Il giorno dell’Epifania del 1980, Mattarella, privo di scorta che rifiutava nel giorni festivi, fu ucciso da un killer appena si mise alla guida della sua auto.

Il 12 aprile 1995 la prima sezione della Corte d’Assise di Palermo condannò all’ergastolo per l’omicidio di Mattarella i boss di Cosa Nostra Totò Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci.

 

IRENA SENDLER

Varsavia, 15 febbraio 1910 – Varsavia, 12 maggio 2008

Quando scoppia la Seconda guerra mondiale, Irena lavora come assistente sociale per l’amministrazione comunale e, con il supporto del direttore del dipartimento (che per questo sarà deportato ad Auschwitz), soccorre gli ebrei oggetto di ogni tipo di discriminazione da parte dell’autorità nazista occupante. Quando nel 1940 viene recintato il ghetto e quasi 400 mila ebrei vengono trasferiti all’interno in condizioni igieniche precarie, in veste di infermiera Irena riesce a ottenere un lasciapassare: ufficialmente entra per la disinfestazione, in realtà organizza una rete di soccorso, procurando cibo, generi di conforto, vestiti.

Quando i tedeschi decidono di liquidare il ghetto, trasferisce i bambini nascondendoli nelle ambulanze. Il 20 ottobre 1943 viene arrestata, torturata, condannata a morte (ma salvata poco prima della fucilazione). Vive in seguito in clandestinità coordinando il salvataggio di molti bambini, si parla di circa 2500. 

 

GINO BARTALI

Ponte a Ema, 18 luglio 1914 – Firenze, 5 maggio 2000

Campione di ciclismo, vincitore di tre Giri d’Italia (nel 1936, 1937, 1946) e due Tour de France (nel 1938 e 1948).

Devoto cattolico, era molto legato all’arcivescovo Angelo Elia Dalla Costa (Giusto tra le Nazioni) e durante l’occupazione tedesca in Italia nel 1943, come corriere della Resistenza gioca un ruolo molto importante nel salvataggio degli ebrei da parte della Delegazione per l’assistenza agli immigrati (DALEM), rete avviata dallo stesso Dalla Costa e dal rabbino Nathan Cassuto.

Bartali, che per allenarsi era noto coprire grandi distanze, trasportava documenti falsi nel manubrio  e nella sella della sua bicicletta e poi li consegnava alle famiglie dei perseguitati tra Firenze e Assisi.

 

GIORGIO PERLASCA

Como, 31 gennaio 1910 – 15 agosto 1992

Negli anni Venti aderisce con entusiasmo al fascismo e parte come volontario, prima per l’Africa Orientale e poi per la Spagna dove combatte al fianco del generale Franco. Tornato in Italia al termine della guerra civile spagnola, prende le distanze dalle scelte di Mussolini di allearsi con la Germania e di promulgare le leggi razziali nel 1938.

L’Armistizio tra l’Italia e gli Alleati (8 settembre 1943) lo coglie a Budapest. Rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale Italiana ed è quindi internato per alcuni mesi in un castello riservato ai diplomatici. Nell'ottobre del 1944 iniziano le persecuzioni sistematiche, la violenza e le deportazioni dei cittadini di religione ebraica. Perlasca, con uno stratagemma, sfugge al controllo sugli internati e si nasconde prima presso conoscenti, poi nell'Ambasciata spagnola.

Qui inizia a collaborare con l'Ambasciatore Sanz Briz, il quale ha iniziato a rilasciare i salvacondotti per proteggere i cittadini ungheresi di religione ebraica. Perlasca si presenta come sostituto dell'Ambasciatore spagnolo e regge pressoché da solo l'Ambasciata, con il rischio di essere scoperto dai nazisti e pressato dalla necessità reperire i viveri per gli ebrei rifugiati nelle sue "case protette" lungo il Danubio. Riesce ad evitare la loro deportazione fino all'arrivo dell'Armata Rossa, salvandone ben 5218.

 

TINA ANSELMI

Castelfranco Veneto, 25 marzo 1927 – Castelfranco Veneto, 1° novembre 2016

Politica e partigiana italiana, è stata la prima donna italiana ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica italiana (ministro del Lavoro e ministro della Sanità).

Nel 1975 presiedette la delegazione italiana alla World Conference on Women promossa dall’ONU a Città del Messico, presenziando ai successivi eventi di Nairobi nel 1985 e di Pechino nel 1995. Nel 1977 fu tra i primi firmatari della legge italiana che apriva alla parità salariale e di trattamento nei luoghi di lavoro, nell'ottica di abolire le discriminazioni di genere fra uomo e donna.

Profondamente credente, Tina Anselmi improntò tuttavia la sua attività politica sul principio della laicità. Nel 1978 firmò, in qualità di Ministro della Salute, la Legge 194 per l'interruzione volontaria della gravidanza. 

Successivamente è nominata Presidente della Commissione nazionale per le pari opportunità. Presiede il Comitato italiano per la FAO. Fa parte della Commissione di inchiesta sull'operato dei soldati italiani in Somalia. Ha presieduto la Commissione nazionale sulle conseguenze delle leggi razziali per la comunità ebraica italiana. La commissione ha terminato i suoi lavori nel mese di aprile 2001. È stata vicepresidente onoraria dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia.

 

NILDE IOTTI

Reggio Emilia, 10 aprile 1920 – Poli, 4 dicembre 1999

Politica e partigiana italiana, prima donna nella storia dell’Italia repubblicana a ricoprire la presidenza della Camera dei Deputati (terza carica dello Stato), incarico che detenne dal 1979 al 1992, diventando la presidente della Camera rimasta in carica più a lungo nella storia della Repubblica.

Si è battuta per i diritti delle donne (una delle principali organizzatrici dell’Unione delle Donne Italiane), eletta nel 1946 all’Assemblea costituente, ha assunto il compito di redigere la sezione dedicata alla politica familiare della nuova Costituzione italiana. È stata anche fervente sostenitrice di un’Europa equa e paritaria, ha portato con decisione la battaglia per il suffragio universale a livello europeo.

 

GIORGIO AMBROSOLI

Milano, 17 ottobre 1933 – Milano 11 luglio 1979

Avvocato italiano, fu assassinato da un sicario ingaggiato dal banchiere siciliano Michele Sindona, sulla cui attività Ambrosoli stava indagando nell’ambito dell’incarico di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana.

Il 12 luglio 1999 Giorgio Ambrosoli ricevette la Medaglia d'oro al valor Civile con la seguente motivazione: «Commissario liquidatore di un istituto di credito, benché fosse oggetto di pressioni e minacce, assolveva all'incarico affidatogli con inflessibile rigore e costante impegno. Si espose, perciò, a sempre più gravi intimidazioni, tanto da essere barbaramente assassinato prima di poter concludere il suo mandato. Splendido esempio di altissimo senso del dovere e assoluta integrità morale, spinti sino all'estremo sacrificio

ALEKSEJ NAVALNYJ

Butyn, 4 giugno 1976 – Charp, 16 febbraio 2024

Attivista, politico e blogger russo, condannato con sentenze che la Corte europea dei diritti dell'uomo, alcune organizzazioni internazionali per i diritti umani, alcuni leader dei paesi occidentali e numerosi media internazionali definiscono di natura politica. Il 16 febbraio 2024 muore in carcere, ufficialmente per una "sindrome da morte improvvisa.


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